venerdì 1 ottobre 2004

Emergency, gruppo di Rovigo. “Non c’è pace senza giustizia”

Dieci anni fa, intorno al tavolo di una cucina di Milano, un gruppo di amici sensibili a quanto il chirurgo Gino Strada andava svolgendo in giro per il mondo, si trovò a cercare di realizzare un sogno: portare la pace laddove la guerra ne aveva cancellato le tracce. Quel sogno divenne Emergency, organizzazione indipendente che, dal 1994 ad oggi, ha portato assistenza a più di un milione di vittime civili dei conflitti. Perchè nelle guerre di oggi il prezzo più alto lo pagano le popolazioni, prese nel mezzo tra due fazioni che si scannano a vicenda con armi sempre più moderne e distruttive. Oggi, dopo dieci anni, mentre nuovi centri sono in costruzione, Emergency è in Afghanistan, in Iraq, in Sierra Leone, in Cambogia, in Algeria, in Palestina e in Sudan, con ospedali chirurgici, posti di primo soccorso, centri per la riabilitazione e progetti per ricostruire a fatica un tessuto sociale disintegrato dalla devastazione della guerra. Il sogno dei fondatori di Emergency ha cominciato a realizzarsi.
Il gruppo di Rovigo nasce nel 2001, dopo un’illuminante incontro tra alcuni simpatizzanti e Teresa Sarti, presidente dell’organizzazione. Guidata con tenacia e passione da Nunzia Baglivo, la piccola cerchia di amici è cresciuta nel corso degli anni: oggi, il gruppo conta una trentina di volontari. Non aspettatevi, tuttavia, di vederli agitarsi in stanzoni affollati di computer e stampanti, fogli volanti e giovani chiassosi che un capo logorato dallo stress cerca di ricondurre all’ordine. In realtà, una sede vera e propria, il gruppo rodigino non ce l’ha. Nonostante il generoso sostegno del CAAF della CGIL e del CSV di Rovigo, capita spesso che le discussioni sui temi più importanti avvengano in un salotto, davanti a vassoi di pasticcini e tazze svuotate di caffè, piuttosto che attorno all’asettico tavolo di formica di una sala riunioni. Da tre anni, i volontari, qui come in tutta Italia, promuovono quella cultura di pace che è alla base del sogno di Emergency.
“Promuovere una cultura di pace”, nei fatti, significa offrire la testimonianza di coloro che la guerra la subiscono drammaticamente e di coloro che tentano di porvi rimedio. Un manipolo di appassionati dalla parlantina vispa accoglie l’invito di scuole e istituzioni, partecipando a incontri sul tema della pace e della guerra, raccontando le storie che giungono dagli ospedali delle zone di guerra, storie di persone che dalla guerra sono brutalmente colpite, mostrando che non esiste una guerra giusta. Diffondere la pace, la solidarietà e la giustizia è l’unica via perchè cessino le sofferenze di gran parte dell’umanità. Anche i classici banchetti che Emergency allestisce in svariate occasioni servono non solamente per raccogliere i fondi necessari al mantenimento delle attività all’estero, ma soprattutto come luogo di promozione delle campagne contro le guerre e di diffusione dei valori di pace e giustizia che fondano l’esistenza di Emergency.
Non c’è pace senza giustizia. Né può esserci giustizia laddove vengono violati i diritti. La tutela dei diritti fondamentali e universali è sostenuta con forza da Emergency, non solo attraverso il proprio operato nelle terre in cui è la guerra stessa a costituire la più grande violazione della dignità umana. Il gruppo di Rovigo si è schierato più volte al fianco di chi manifestava perchè i diritti, anche in patria, non siano privilegio di pochi fortunati, ma conquista di tutti, “uguali diritti tra esseri uguali”. Per chi volesse contattare l’associazione, per conoscerne le attività e le finalità, è possibile scrivere all’indirizzo emergencyrovigo@libero.it o telefonare allo 0425/421619.

giovedì 30 settembre 2004

"Dopochi"

recensione a un corto di Paolo Rossi e Alberto Gambato

Questa non è una lettura interpretativa o una critica del cortometraggio. Anche se un commento sui "contenuti" - e quindi un'interpretazione, dato che i contenuti vanno interpretati - l'ho voluto aggiungere. Quanto alla critica, finirei per dire che il corto è bello (lo è), mentre dovrei dire che gli autori sono stati bravi. Ho solo voluto mettere insieme un po' di idee (spero con una loro coerenza) e mi è parso carino farvele conoscere, dato che riguardano la vostra opera.