venerdì 31 dicembre 2010

Legambiente premia il leader dei no-carbone

 dal Corriere del Veneto del 31 dicembre 2010

ROVIGO — Va al polesano Giorgio Crepaldi il secondo posto del premio «Ambientalista dell’anno» assegnato da Legambiente alle persone che svolgono un ruolo importante nella tutela del territorio. Operaio del Consorzio di Bonifica Delta del Po e attivista dal 2002 del comitato «Cittadini Liberi» di Porto Tolle, Crepaldi è forse la figura più rappresentativa del fronte dei contrari alla riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini. Negli ultimi anni il portavoce del comitato è stato protagonista di numerose iniziative contro il progetto, tra cui il ricorso al Tar, respinto dai giudici del tribunale amministrativo.In questi giorni i «no coke» polesani si apprestano a portare un nuovo ricorso davanti al Consiglio di Stato, mentre l’iter autorizzativo sembra di nuovo bloccato, dopo il via libera dalla conferenza dei servizi della scorsa estate.È stato proprio Crepaldi, due anni fa, a scoprire tra i documenti della Comissione Via del Ministero dell’Ambiente le perizie della Procura di Rovigo, che teorizzavano irregolarità nel progetto di riconversione.

domenica 28 novembre 2010

"La guerra Lega-Pdl blocca il Parco. Il Delta non decollerà mai"

dal Corriere del Veneto del 27 novembre 2010

«La mia avventura all'Ente Parco è finita. Non è mai stato il luogo in cui prendere decisioni, ma un'accozzaglia di Comuni, ognuno per proprio conto. Così il Delta del Po non decollerà mai».
Resta fuori dai giochi per scelta l'ex vicepresidente dell'Ente Parco, Cristina Mazzucco, dopo il commissariamento lampo e il ripristino del consiglio avvenuto negli ultimi giorni per mano del governatore del Veneto, Luca Zaia. Da fuori, dice l'ex componente di nomina regionale, almeno si è liberi di criticare. «Dopo il commissariamento non ho chiesto di tornare, perché non ho apprezzato ciò che ha fatto Zaia - racconta - Non si può spiegare il ritardo nella nomina dei consiglieri con l'emergenza alluvioni. La verità è che dietro alle nomine c'è stato il solito braccio di ferro tra Lega Nord e Pdl». Un ente impantanato, insomma, per giochi politici, con il Carroccio in prima linea per averne la presidenza. Ma non è tutto.

domenica 21 novembre 2010

Parlano di Rovigo alla radio

L'articolo sulla protesta di via Sacro Cuore che ho scritto qualche giorno fa per il Corriere del Veneto è balzato all'attenzione di Radio Rai 1, che mi ha chiesto di raccontarlo alla trasmissione "Hello Italia!", in onda dalle 5 alle 6 del mattino.
Ho sempre odiato ascoltare la mia voce registrata, per cui non ne vado particolarmente fiero. Però una mia amica si è alzata alle cinque per ascoltare l'intera puntata. Qui vi potete scaricare l'mp3 del mio splendido servizio. A me questa storia sembrava una mezza cacatiella, però alla fine gli abitanti di via Sacro Cuore hanno vinto la battaglia. Sono comunque soddisfazioni.

giovedì 11 novembre 2010

E pensare che una volta qui era tutto Rowoodstock

Mi diceva un amico questa estate: quest'anno fanno il Deltablues con un mese di ritardo e in versione ridotta (per non dire dimessa) e nessuno se n'è accorto? Adesso arriva anche Rowoodstock (anzi, RE-Woodstock), in novembre, cioè in ritardo di due mesi rispetto al solito (e amen), ma soprattutto in versione fortemente ridimensionata: un solo giorno dedicato solo alla musica, per un festival che "ai bei tempi" proponeva un'intera settimana di eventi artistici.

venerdì 5 novembre 2010

Uomini di mondo che hanno fatto il militare a Cuneo

Non resisto alla tentazione di dedicare un nuovo pensiero ai fumettari doc. Sono quelli che Gianfranco Manfredi chiama gli "uomini di mondo che hanno fatto il militare a Cuneo", che impiegano il proprio tempo in dietrologie sulle scelte editoriali soggiacenti dietro al tal fumetto.
I veri fumettari sono quelli si sparano incredibili seghe mentali sulle trame (e soprattutto sulle discrepanze vere o presunte nelle trame), nonchè su tutti i possibili retroscena che stanno dietro a un fumetto. Per trovarli, basta sprecare qualche ora del proprio tempo nei forum, luoghi che assieme ai social network esaltano al massimo la straordinaria capacità della gente di parlare del nulla. Per divertimento ho collezionato alcune perle dal forum di Dampyr.

Complotto!
Borden domanda stupidissima ma devo soddisfare la mia curiosità. Nelle copertine molto spesso il sangue ha un colore abbastanza irreale, nell'ultima per esempio è quasi viola. Questa è una scelta tua,del disegnatore/colorista oppure esiste una sorta di censura/regola che arriva "dall'alto"?

La programmazione
Joe Smith: Buongiorno Borden. Verrà pubblicata prima o poi la storia di Burattini x Dampyr?Il nuovo disegnatore citato da te nell'intervista della Zagor tv lavorerà su una tua sceneggiatura?
Borden: Ma se ancora deve scriverla!!!! impara la PAZIENZA, Joe!!! Mi fai sempre domande assurde a cui non posso, non so o non voglio rispondere. Accontentati delle rare eccezioni in cui imbrocchi una domanda "fattibile"...
Joe Smith: Oki.Non sapevo dovesse ancora scriverla---;)La serie attualmente fino a che numero l'hai programmata?
Fucur: Borden non so se gia altri te lo hanno chiesto ma in testa gia hai in mente piu o meno la fine di dampyr?ovviamente speso che sia il piu lontano possibile
Kuang Shi: Borden ha previsto solo la chiusura di alcune sottotrame entro il numero 160
Joe Smith: E si con tutte le trame e sottotrame arriviamo tranquillamente al numero 200(vendite permettendo)

La fine di Dampyr
Borden non so se gia altri te lo hanno chiesto ma in testa gia hai in mente piu o meno la fine di dampyr?ovviamente speso che sia il piu lontano possibile

Bla bla bla
Joe Smith: Ma l'idea che Jeff Carter e Lisa prima o poi si sarebbero incontrati non era mica stata già azzeccata da un utente sul forum?
Vamp81: Ah, non me lo ricordo proprio. Se effettivamente fosse così, abbiamo un novello Nostradamus tra noi...

Chi va e chi viene?
Buomgiorno borden.La presenza di Bocci in futuro su Dampyr è sicura oppure anche lui prossimamente lascerà la serie come Andreucci?Ti chiedo questo perchè avevo letto da qualche parte che i suoi impegni extra Dampyr in futuro sarebbero aumentati.A conferma di ciò i lfatto che la sua prossima storia con Mignacco è stata ripetutamente spostata e i continui rinvio della storia di madam de Thebe.

Tu come la vedi?
Joe Smith: Buongiorno Borden.Si rivedrà la principessa del mondo parallelo che ha avuto una relazione con Kurjak nel numero 101?La creatura femminile del mondo perduto dei maestri che Draka afferma non essere sterile avrà x caso un ruolo più importante in futuro?Grazie e un saluto;)
Borden: Ma secondo te ? Tu come la vedi?
Cammello 81: Come la vede Joe? Più o meno così, penso: I due piccioncini s'incontrano grazie all'aiuto di Draka e delle sue romantiche svastike, allorchè la principessa va verso Kurjak dicendo - Buongiorno Kurjak! finalmente ti rivedo disegnato da... Nel nostro prossimo incontro chi disegnerà i tuoi muscoli? E la sceneggiatura da chi sarà curata? Hai già pensato cosa dirai ad Araxe quando tornerà? La ucciderete o se la farà Harlan per conto suo? Disegnata da chi tra l'altro? Grazie e un saluto

Un, due, tre
Buongiorno Borden.Tra tutti i disegnatori di Dampyr c'è qualcuno con cui prediligi lavorare o x cui hai una preferenza?La storia di Benevento da chi sarà sceneggiata?Rivedremo jeff Carter nel 2011?

Dai un dito...
Joe Smith: Buongiorno borden.Hai già in mente da chi saranno realizzati i prossimi speciali.Quello del 2011 da Mignacco-Baggi ma x l'anno dopo?Hai già deciso a chi affidare il ritorno di Erlik Khan?
Borden: Sono in lizza Raimondo e Dotti.
Joe Smith (il giorno dopo, ndr): Buongiorno borden.Hai già pensato in quale modo fare comparire il maestro del conte magnus del numero 17?In futuro ci sarà qualche approfondimento sulle schiere demoniache e soprattutto di Nergal?Visto che mi hai detto da chi saranno disegnati i prossimi speciali da chi saranno sceneggiati?

Teoria del complotto n. 8.663
Buongiorno Borden su un altro forum si discuteva del diverso trattamento riservato da te tra Tex e Dampyr.Lecito è pensare che tu sia il nuovo Nizzi e quindi il timore un pò di tutti(confermati anche in altri forum uno su tutti quello riservato a Nathan never)è che x dampyr rimangano solo le briciole.Se potessi smentirmi ne sarei lieto anche perchè diversa gente ha abbandonato dampyr proprio per il tuo (da te ribadita più volte come assolutamente ingiustificata)progressivo allontanamento dal tuo personaggio.Basti pensare a quante storie usciranno x tex nel 2012 scritte da te.

Se, ma, chissà...
Lennysnipes: Nelle tavole in anteprima presenti nella quarta di copertina del n. 101 sembra che Erlik faccia una brutta fine. Possibile? Erlik, dopo Draka, è il più forte in assoluto.
Hellchild: Naaa, nn credo che erlik finisca così, è uno dei personaggi più carismatici della serie, per me nn sarebbe una buona idea perderlo ora...
Lennysnipes: Se Erlik tirerà le cuoia, questo numero sarà probabilmente da inserire tra i migliori cinque della serie.
Hellchild: Ma non lo farà, io sono scetticissimo su questo fatto...

Prima ancora di avere letto il numero...
- Salve a tutti, di solito non leggo gli spoiler di un albo che non ho ancora letto, ma questa volta ho fatto un eccezione in quanto a napoli la distribuzione fa schifo e non è arrivato ancora!!!! ...mia domanda è semplice: davvero draka a rivelato che ha messo al mondo un dampyr per ammazzare marsden oppure lo si evince soltanto??? rispondete numerosi vorrei sapere cosa ne pensate!!!
- Beh, in realta si evince solamente, se si estrapola quella vignetta dal contesto.

Per fortuna che qualcuno è morto
La storia ed il finale sono fantastici. Stupendo il gesto di Draka e x fortuna c'è stata la morte d qualcuno xkè ero quasi convinto ke alla fine dell'albo non morisse nexuno! Ke dire... Avrei preferito questo numero come 100 ma va bene così...

La classifica (diamo i numeri)
Choiuanwy: a me non è piaciuto per niente. Per carità, ben fatto, ottima storia precisa e storica. L'ho finito in un baleno. Però davvero troppi dialoghi e troppe poche scene d'azione.
E anche troppe poche "rivelazioni" a parer mio. Mi spiace, ma il voto è negativo.
Joe Smith: Diciamo che non è il migliore degli speciali....molto più belli sono il 5 il 2 e il 4
Kuang Shi: Anche per me, i migliori sono:
1) il numero 5
2) il numero 4
3) il numero 3
4) il numero 2
5) il numero 1
6) il numero 6

mercoledì 3 novembre 2010

Anche il Veneto a rischio Cie. E la mobilitazione si rafforza

pubblicato su Terra a Nordest del 2 novembre 2010

Viene quasi da ringraziare il ministro Maroni e il governatore Zaia per la proposta di costruire il primo Cie veneto in provincia di Rovigo. La loro ipotesi di collocare nell’ex base militare di Zelo il centro identificazione ed espulsione per immigrati irregolari, infatti, un effetto benefico l’ha già ottenuto: portare al centro dell’attenzione, grazie alla forza della cronaca, una questione quasi sconosciuta alla maggior parte della popolazione.

lunedì 1 novembre 2010

Delta del Po, il parco che non c'è

pubblicato su estnord.it

A tredici anni dalla nascita dell'Ente Parco del Delta del Po, il parco ancora non c'è. Anzi, proprio l'ente chiamato a decidere sul suo destino sembra andare in senso totalmente opposto: ridurre al minimo le aree tutelate e lasciare mano libera all'attività dei cacciatori e ai progetti devastanti di industriali e imprenditori turistici, ovviamente per tornaconto politico.

Dopo anni di ritardo, l'approvazione el Piano ambientale del Parco sembra essere ormai dietro l'angolo. La prima legge in materia, datata 1990, la prevedeva già entro i tre anni successivi. In queste settimane, tuttavia, sembra che finalmente l'ente stia accelerando i lavori per arrivare ad un documento condiviso, che definirà i confini dell'area tutelata. Ma l'esito non è per nulla certo: il prossimo anno si rinnovano i vertici dell'ente, con la Lega in prima fila per l'ambita poltrona, e il percorso è irto di ostacoli, posti da imprenditori, agricoltori, cacciatori e amministrazioni comunali.

Dare un'occhiata alla bozza di piano elaborata sulla base delle indicazioni dei comuni, scaccia ogni ottimismo, prospettando un parco ridotto al corso del fiume e ai suoi argini, mentre restano del tutto fuori golene, scanni e spiagge.

Il piano ambientale del Parco, rivela Angelo Motta della Federazione della sinistra, rappresentante della Provincia nell'ente, è costato 280mila euro. Ma più che delineare un'area tutelata, descrive un parco a macchia di leopardo, in cui i comuni premono per non toccare gli interessi economici di cacciatori e imprenditori: "La proposta del Comune di Porto Tolle è di escludere dal piano tutte le spiagge e gli scanni, che sono Zone a protezione speciale e Siti di interesse comunitario. Altrettanto accade ad Adria, dove il comune ha consentito di mantenere all'interno del Parco solo il tratto del Po". Ancora Porto Tolle, racconta Luigi Pizzo, ha chiesto di lasciare fuori dal perimetro l'area pregiata della Busa di Tramontana, perchè Enel è intenzionata a farvi transitarele bettoline cariche di carbone una volta riconvertita la centrale. Identico motivo per l'esclusione delle spiagge: "A Boccasette si è fatto lo stesso per accontentare un privato che vuole costruire un villaggio turistico su palafitte da duemila posti. Così a Barricata, dove la spiaggia è rivendicata da tempo dal villaggio turistico realizzato da Pierantonio Macola".

Mentre in Emilia Romagna il parco regionale del Delta del Po, nato nove anni prima di quello veneto, ha raggiunto un'estensione di 56mila ettari, in Polesine non si superano i 12mila ettari, nonostante la maggior parte dei rami del grande fiume si trovi qui. Anche i bilanci degli enti sono lontani anni luce: l'Emilia stanzia risorse per 14 milioni di euro, il Veneto un milione, che quest'anno sarà ulteriormente ridotto. "Insomma, nè i Comuni, nè la Regione credono nel parco e anzi spingono in senso opposto, con l'insediamento di nuove centrali, la realizzazione di un'area industriale a Porto Viro o la costruzione di un terminal merci off shore".

D'altro canto, è evidente che le amministrazioni locali non hanno alcun interesse a realizzare un piano di sviluppo sostenibile legato a un parco naturale. Bastino ad esempio l'assurdità di ammettere la caccia in un parco naturale popolato da migliaia di specie rare e pregiate o progetti devastanti come il terminal gasiero di Porto Levante o la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, approvati non solo dal centrodestra, ma pure da buona parte di quel centrosinistra con cui, va detto, la Federazione della sinistra tuttora governa l'amministrazione provinciale, sebbene in dissenso sulle scelte ambientali.

Con un atteggiamento di totale strabismo, gli amministratori locali prima glorificano la bellezza del paesaggio e i prodotti del Delta come risorsa per l'economia locale, poi autorizzano insediamenti industriali impattanti e in contrasto con ogni vocazione di sviluppo sostenibile. Hanno gioco facile ad inserirsi in questo vuoto le proposte più deliranti, dalla "superstrada delle vongole" nelle zone più delicate del parco fino al faraonico parco di divertimenti battezzato Euroworld, che una cordata di imprenditori tedeschi e arabi sognava di costruire in mezzo alle valli da pesca. Follie fortunatamente cadute nel dimenticatoio.

Eppure in Polesine non mancano imprenditori con le idee chiare su cosa significhi un'economica sostenibile, a partire dal turismo, dalla pesca e dall'agricoltura di qualità. Il paradosso è che proprio chi dovrebbe decidere del futuro del Delta, invece, manca di idee oppure avvalla, in nome dello sviluppo, progetti del tutto in contrasto con l'esistenza stessa del parco.

martedì 5 ottobre 2010

Passpartù 01: Il carcere dei “clandestini”

Nella prima puntata della stagione di Passpartù, a cura di Amisnet, si parla degli scioperi e delle rivolte scoppiate nei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) in tutta Italia durante l’estate. E anche della decisione del Ministero dell’Interno di aprire quattro nuovi Cie. Un'intervista che mi ero dimenticato di avere rilasciato a nome del coordinamento No Cie veneto, si può ascoltare (a vostro rischio e pericolo) su amisnet.org.

sabato 25 settembre 2010

Clandestino Day: diario confusionario

foto rubata a Sante l'edicolante via facebook
A Ceneselli probabilmente non si era mai visto un simile schieramento di forze. Camionette della polizia e dei carabinieri presidiano la piazza fin dal tardo pomeriggio. Al bar si comincia a parlare di una manifestazione a Rovigo, contro il Centro identificazione ed espulsione (Cie) che vogliono costruire a quattro chilometri da lì, nell'ex base militare di Zelo. A sentire le voci che girano, nel capoluogo polesano a 45 chilometri di distanza, ci sono tafferugli, scontri, una decina di feriti. E' il solito refrain di un'Italia in preda alla paura.

martedì 21 settembre 2010

La sospensione dell'incredulità

La sospensione dell'incredulità è un carattere semiotico (inventato credo da Coleridge) che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie. Un carattere assolutamente indispensabile anche per seguire il dibattito in consiglio provinciale sul Cie, in una gran confusione tra "cose di destra" e "cose di sinistra", un Pdl muto e una Lega che, invece, purtroppo parla eccome. Senza sospensione dell'incredulità, una persona sana di mente si sarebbe alzata in piedi dopo cinque minuti, chiedendo se della libertà di espressione fa parte anche la libertà di parlare a vanvera.
Impossibile scrivere tutto in un articolo di giornale. Vuoi per lo spazio, vuoi perchè non tutto si riesce a rendere pienamente quando ti imponi di scrivere in uno stile anglosassone. Ci sarebbe voluto un articolo solo per raccontare l'intervento infervorato di Marco Trombini, il sindaco di Ceneselli, che rivendica l'appartenenza al Pdl, ma poi infila una parentesi a metà ("il mio partito... ma non so a dire il vero se è ancora il mio partito") e difende la sua posizione di contrarietà al Cie, anzi ai Cie, contro la Lega e contro i silenzi complici del Pdl. Si infervora, Trombini, al punto da lasciarsi andare ad un "Cristo d'un Dio" che fa storcere il naso alla presidente della Provincia, Tiziana Virgili, cattolica devota. Si infervora come dovrebbe infervorarsi un politico serio, che rivendica "io sono stato eletto dalla mia città per portare progetti di sviluppo, non il Cie". E con che maggioranze bulgare è stato eletto il sindaco di centrodestra, in uno dei feudi rossi del Polesine. "E cosa gli dico ai miei elettori? Cosa gli dico a chi va a fare piastrelle a Mirandola per 900 euro al mese?" Non sono per lo sviluppo ad ogni costo, ma questro è uno che sa parlare bene alla gente, senza tra l'altro ricorrere alla rozza retorica leghista. Insomma, lo voterei io che sono di sinistra.
Agli amici leghisti non la manda a dire. "Chi dice che il Cie è un'opportunità, mente sapendo di mentire". A dirlo era stato il direttore della Voce, Andrea Panozzo, che si sa dove è collocato. E la geniale proposta del leghista Corazzari, di chiedere soldi per l'ospedale di Trecenta in cambio del Cie? "E' indecorosa". Al Pdl, che non si è ancora espresso ufficialmente, l'accusa di essere stato "compiacente" con il proprio silenzio. Come minimo. Perchè l'accorato Trombini con qualcuno del Pdl è proprio incazzato. Tipo con l'assessore Giorgetti, reo di avere esultato per la vittoria del Pdl veronese, che è riuscito a scaricare su Rovigo la patata bollente. Simpatico in effetti.
Poi, tanto per non essere quello del "no" e basta, tira fuori dal cassetto il suo progetto per l'ex base di Zelo. Altro che Cie. Lui ha già siglato un accordo con aziende di Bolzano, Budapest e della Germania per un parco fotovoltaico con centro ricerca sulle energie rinnovabili. Insomma, non ci sta a barattare un progetto economico con una ciofeca che non porta nessun beneficio al territorio. "Dicono che avremo la videosorveglienza. Sai cosa me ne faccio della videosorveglianza in mezzo ai campi? Niente!" E poi, giusto per uscire dalla sindrome di Nimby, ancora una volta i dubbi sui Cie: "Questa situazione mi ha fatto girare lo sguardo su queste strutture. Mi sono documentato. I Cie come strutture non dico che vadano eliminate, ma almeno vanno riviste".

Trombini è ovviamente una mosca bianca. Il Pdl coglie ancora una volta l'occasione per non dire niente, salvo ridacchiare e brontolare agli interventi degli altri. Il bersaglio preferito del centrodestra è Giovanna Pineda, l'assessore comunale di Rovigo, che altrettanto accoratamente affronta il tema dei diritti umani e dei diritti delle donne. Parla di gente fatta sparire, di stupri, di violenze. Di donne violentate che denunciano il proprio aguzzino, ma siccome sono clandestine finiscono in un Cie, con il paradosso "che la vittima viene incarcerata, mentre l'aguzzino magari rimane a piede libero". O il caso di Faith Awiwo, nigeriana finita in un Cie per avere denunciato le violenze del compagno e poi rispedita in Nigeria, dove è condannata a morte, in barba al diritto e all'umanità. Per la prima volta la Pineda non parla a braccio e infatti il suo intervento riesce bene.

Ma i fatti che espone scandalizzano il centrodestra. Uno del Pdl (non ricordo il nome, ma non importa) addirittura esce dall'aula sdegnato, poi avvisa il direttore di un giornale locale via sms del suo eroico gesto, di cui non si è accorto nessuno. Il leghista Michele Franchi si crede spiritoso e definisce l'appello per i diritti umani "un'omelia come non ne sentivo dalla mia cresima". Nel gergo leghista, un intervento misurato sui diritti umani è "un'omelia". Ma a parte l'umorismo, quando si tratta di tornare seri a destra è tutto un arrampicarsi sugli specchi. Franchi prima dice "stiamo discutendo sul nulla, perchè non c'è ancora nessun progetto concreto" (e certo, aspettiamo che lo abbiano già costruito, allora), poi però annuncia la propria conversione alla causa del Cie: "Ero contrario, ma oggi penso che se lo faranno non possiamo dire solamente no. Lo farebbero lo stesso e non ci guadagneremmo nulla". Già sentita, carissimo. L'ha imparata bene l'arte della politica, il giovanotto, che infatti spara: "Cerchiamo di ottenere il meglio, magari impiegando aziende polesane nella costruzione e nella gestione". Non l'hanno ancora fatto e già pensano agli appalti. Pare di sentire il rumore dei registratori di cassa.
Il leghista dell'ultima ora Doriano Gibin, invece, scarta la questione: "Siamo qui per parlare di immigrazione, non concentriamoci sul Cie". E attacca il refrain leghista dei 4 milioni di immigrati che "se non lavorano, bisogna trovare una soluzione" e quello delle tradizioni e della cultura, chè "il polesano non vuole rinunciare alle sue tradizioni", eccetera, accompagnando l'esposizione con un tono di voce e gestualità melliflui. "Noi siamo i primi a preoccuparci dei diritti umani", chiosa a più riprese il rappresentante del partito che fa respingere i migranti a colpi di mitragliatore. A sentire questa destra ipocrita, viene da rivalutare la schietta oratoria mussoliniana e hitleriana. Almeno Contiero sfodera il meglio del repertorio demenziale padano quando si rivolge al consigliere Franco Grotto: "Ti piace il cous cous? Mangiatelo pure, che mi me magno pan e salame". Cosa c'entri tutta questa pippa retorica sulle tradizioni e la gastronomia con permessi di soggiorno, espulsioni e centri di detenzione, non si sa. Gibin infatti viene invitato a stare in tema dal presidente del consiglio provinciale e si incazza, accompagnato dagli strepiti di sdegno degli alleati.

Anche perchè prima di lui a finire fuori tema era stata Oriana Girardi, con un intervento tutto politico sulle false promesse del governo in materia di sicurezza, tra tagli alle forze dell'ordine e leggi sulle intercettazioni. Tutto pertinente con il tema della sicurezza, non molto con quello dell'immigrazione. Tra l'altro, che il tema dell'immigrazione e quello della sicurezza debbano andare a braccetto dovrebbe essere un teorema esclusivamente leghista. Ma l'approccio è evidentemente tatticistico: affrontare il nemico in casa sua.
A sorpresa Franco Vecchiatti, che tempo fa parlava di alleanze con la Lega, si ricorda cosa vuol dire essere di centrosinistra e boccia i Cie punto per punto (complice anche l'appello del vescovo contro i lager per immigrati): perchè rischiano di finirci soprattutto quelli diventati irregolari dopo avere perso il lavoro e "perchè diventano dei lager, perchè costano un sacco di soldi e perchè tolgono forze dell'ordine dalle strade metterle in queste strutture". Può sembrare freddina la serie di calcoli di Vecchiatti, che porta a stimare il costo annuo del Cie in almeno 8 milioni, ma ci sta: quante borse lavoro e progetti di integrazione si possono fare con otto milioni? L'unica pecca, appunto, è che Vecchiatti non lo dice, cosa si potrebbe fare con tutti quei soldi. Avrebbe aggiunto forza al discorso. Bene comunque. Speriamo che la conversione sia definitiva. Se un Cie in Polesine servirà a svegliare la sinistra e le persone sensibili al tema dei diritti, qualcosa di buono Maroni l'avrà combinato.

venerdì 17 settembre 2010

Anno Zelo

da Carta n. 29 del 10 settembre 2010
Per il Clandestino Day quest’anno il Polesine sarà il centro del Veneto. Proprio in provincia di Rovigo, infatti, potrebbe sorgere uno dei quattro nuovi Centri di identificazione ed espulsione per immigrati irregolari che il ministero dell’interno ha in programma di realizzare in altrettante regioni italiane.
È stato lo stesso ministro Roberto Maroni a confermare, nel corso del Meeting di Rimini, voci che circolavano da settimane: il nuovo centro sorgerà nell’ex base Nato di Zelo, un piccolo paese di quattrocento anime tra i comuni di Giacciano con Baruchella e Ceneselli, in un’area isolata tra le campagne al confine con il veronese.

sabato 21 agosto 2010

Manifestiamo contro il Cie veneto

Il 24 settembre in tutta Italia torna il Clandestino Day, la giornata nazionale promossa dalla rivista Carta, che nel 2009 ha visto attivarsi 500 organizzazioni in 60 città come risposta al progressivo peggioramento delle condizioni di vita dei migranti nel nostro paese. Il tema del Clandestino Day di quest'anno è la scuola: la riforma Gelmini, che sta succhiando ogni risorsa alla scuola pubblica, rischia di minare il primo luogo in cui i figli dei migranti e i figli degli italiani sperimentano conoscenza, convivenza e confronto.
Ma in provincia di Rovigo, dove tra l'altro il fenomeno migratorio è ancora contenuto in termini di presenze, l'urgenza oggi è un'altra: il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in accordo con la Regione Veneto, si prepara a costruire nell'ex base Nato di Zelo il primo Centro identificazione ed espulsione immigrati del Veneto. Per il Clandestino Day, dunque, tutti a Zelo per dire "no" alla trasformazione della base militare in un lugubre lager del XXI secolo.

venerdì 30 luglio 2010

Il Cie in Veneto: in pole position il Polesine

pubblicato in www.estnord.it


Sarà molto probabilmente la provincia di Rovigo ad ospitare il primo Cie veneto. Dopo l’ipotesi Verona, che aveva provocato scontri durissimi nel centrodestra locale, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e il governatore Luca Zaia avrebbero già deciso di puntare sul Polesine.

Ancora non è ufficiale quale sarà il Comune candidato ad ospitare il nuovo Centro di identificazione ed espulsione per immigrati. Anni fa si parlava del capoluogo, sfruttando l’area dell’ex manicomio, ma secondo la ricostruzione del Corriere del Veneto, l’indicazione è di realizzare “in una zona della provincia polesana vicina ai confini con il veronese”. Dunque i candidati non sono molti e il più quotato è il comune di Ceneselli, su cui sorge l’ex base Nato di Zelo.

sabato 24 luglio 2010

L'ultimo numero di Magico Vento

A settembre uscirà Magico Vento numero 130, l'ultimo numero della serie, che chiude, dopo oltre quindici anni di pubblicazioni e una continua, coinvolgente evoluzione. Chiude non per problemi economici, ma per una condivisibile scelta del narratore.
Dall'annuncio della fine delle storie di MV mi sono sentito diviso tra sensazioni diverse. Sorpresa, innanzitutto, poi una sorte di sollievo: l'opera di Gianfranco Manfredi è ancora ai più alti livelli narrativi, meglio un finale ora, che trascinarsi per un altro decennio tra storie sciatte e personaggi irriconoscibili, come avviene per altre serie. Poi c'è una sorta di malinconia, perchè la lettura del mio fumetto preferito è un'altra abitudine che se ne va. Senza contare che sulla piazza fumettistica, in attesa che Manfredi sforni la nuova serie Shangai Devil c'è ben poco per sostituirlo degnamente.

venerdì 23 luglio 2010

Piste ciclabili verso il nulla

Ogni tanto torno sul luogo del delitto e mi occupo di piste ciclabili per il Corriere del Veneto, che sul tema mi concede sempre il giusto spazio, complice anche la calma piatta di luglio e le puntuali segnalazioni della Fiab di Rovigo.
Il tormentone oggi sono le piste ciclabili mai finite, come quella di Sarzano (prorogata "a babbo morto" dal Comune) e quella verso Boara Polesine, che fino a poco fa sfociava in mezzo alle sterpaglie. Ecco i due dossier (il primo addirittura con le mie foto), generosamente pubblicati sul sito del Corriere del Veneto.

- Piste ciclabili verso il nulla. Lavori iniziati e mai finiti - 22 luglio 2010
- Piste ciclabili verso il nulla. "Finiremo quella di Boara" - 23 luglio 2010

mercoledì 16 giugno 2010

Il centro sinistra a Rovigo vuole armare i vigili

pubblicato su Carta Estnord

Il Comune di Rovigo si prepara ad armare i vigili urbani per pattugliare il centro nelle ore notturne. La decisione non è stata ancora presa, perché nella giunta non è stata trovata l'unanimità, tre assessori sono contrari. La proposta, però, non viene dal solito sindaco leghista, ma dalla giunta di centrosinistra che governa la città dal 2006.

venerdì 28 maggio 2010

Il carbone in Polesine: avanti tutta, a colpi di propaganda

pubblicato su estnord.it

Bruciare carbone migliora la qualità dell’aria. Lo dice uno studio di Nomisma Energia presentato martedì scorso a Roma: e guarda caso la qualità dell’aria a cui si riferisce è quella della pianura padana.
Un convegno, quello di Nomisma, che arriva proprio mentre l’iter della riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è di nuovo impantanato alla Commissione Via del Ministero dell’Ambiente: tra la quarantina di prescrizioni al progetto di Enel approvato un anno fa, infatti, c’era un piano di monitoraggio delle polveri sottili,
depositato dalla società al Ministero e ancora al vaglio dei commissari. E cosa c’è di meglio di un convegno, come quello di martedì, per aiutare la Commissione a decidere se bruciare carbone è un bene o un male per la qualità dell’aria, già pessima, della pianura padana?


A un anno dall’approvazione dei ministri Prestigiacomo e Bondi, insomma, si torna a lottare a suon di studi scientifici e operazioni di propaganda per la realizzazione dell’impianto nel Parco del Delta del Po. Ulteriore segno che la sorte del progetto non è ancora data per scontata, nonostante l’impegno del governo, della Regione e della maggior parte delle amministrazioni locali polesane per farlo andare in porto. Un’incertezza che fa vacillare anche i più accaniti sostenitori: nei giorni scorsi il sindaco di Porto Tolle, supporter della riconversione, è tornato a protestare con Enel, che sta già affidando le prime commesse ad aziende rigorosamente al di fuori del territorio. Insomma, il mito della centrale che porta ricchezza alle imprese locali in tempi di crisi comincia a traballare.

Intanto si attende il parere del Tar del Lazio sui ricorsi presentati in autunno da un’alleanza di associazioni per l’ambiente, operatori turistici e balneari e pescatori, dal Comune di Rosolina e da Legambiente. Tanti gli aspetti contestati nei ricorsi, ma uno dei più significativi riguarda la soluzione con cui il governo Berlusconi ha sbloccato dopo anni di stallo l’iter del progetto, favorendo il via libera ministeriale: si tratta di un emendamento allo scorso decreto incentivi, in cui si prevede la possibilità di derogare alle leggi regionali per costruire impianti a carbone. Un decreto “tailor made” per Porto Tolle, ostacolata soprattutto dalla legge regionale del Parco del Delta del Po, che consente solo impianti a metano o comunque di pari o minore impatto ambientale. Quell’emendamento allora consentì di aggirare la legge, ma se i ricorsi dovessero vincere, cadrebbe la chiave di volta del parere favorevole. Ieri la prima udienza. Il parere arriverà tra una decina di giorni, ma tra gli autori dei ricorsi non prevale l’ottimismo.

Ma suona significativo, comunque, che, proprio al convegno di Nomisma della scorsa settimana, l’onorevole polesano Luca Bellotti (Pdl) abbia sentito l’obbligo di invitare il presidente della Regione, Luca Zaia, a modificare la legge sul Parco del Delta, per consentire la riconversione a carbone (proposta tra l’altro già avanzata nella scorsa legislatura da esponenti del Pd). Probabilmente è un caso, ma mostra come la lotta per il carbone continui senza esclusione di colpi. A costo di cambiare le regole.

mercoledì 26 maggio 2010

Dietrologie

 Magico Vento, la serie a fumetti creata da Gianfranco Manfredi, terminerà quest'anno, con il numero 130. La notizia è nota da tempo. Ma, come spesso accade nel mondo degli appassionati di fumetti, i fans più accaniti si sono lanciati in dietrologie al limite dell'umorismo involontario.
La più quotata è ovviamente quella secondo cui Manfredi avrebbe deciso di chiudere la serie cinque anni fa, quando Magico Vento è passato da mensile a bimestrale (con un aumento della foliazione e della qualità delle storie, anche se con la perdita di numerosi disegnatori di qualità)

Manfredi ha ricostruito la cosa in modo diverso: il cambio di periodicità è stato voluto per dargli più tempo per lavorare su altri progetti a cui teneva, Bonelli era contrario e aveva ragione, perchè il Magico Vento bimestrale ha perso una valanga di lettori. Tuttavia la scelta di chiudere la serie non è venuta per una crisi di vendite, quanto per la scelta condivisibile di portare la trama complessiva della serie verso un finale, piuttosto che troncare sul più bello per motivi di cassa.

Personalmente ritengo non ci sia niente di male nel dare fiducia ad una spiegazione coerente e attendibile, ma ovviamente i teorici del complotto hanno bollato la spiegazione come una balla stratosferica (basta andare sulla pagina Facebook di Magico Vento per leggere commenti inferociti) e sostengono ancora che Manfredi avrebbe scelto di chiudere la serie all'epoca del cambio di serialità, programmandone la fine con un lustro di anticipo. (Non si spiega perchè Manfredi avrebbe mentito con tanto accanimento, nè perchè certa gente si scaldi tanto su questioni così poco appassionanti...)

Manfredi, nella rubrica della posta, li chiama "gli uomini di mondo che hanno fatto il militare a Cuneo": sono i tipici partecipanti ai forum sui fumetti, in cui spesso si chiacchiera di tutto e di niente. Li trovo divertenti e inquietanti al pari dei loro simili che discettano di Ufo, templari e complotti massonici (possibilmente di tutte e tre le cose, che del resto, a sentire loro, sono tutte legate). Siccome inventare teorie strampalate è sempre divertente quanto leggerle, ho proposto a Manfredi di buttarla in ridere con un concorso di scrittura creativa sul tema "Ardite teorie sulla chiusura di Magico Vento".

Ecco la mia: ho letto su internet che a decretare la chiusura di MV è¨ stata la giunta birmana, per ritorsione contro Manfredi, che una quindicina di anni fa era stato contattato per comporre l'inno nazionale del Myanmar e aveva sdegnosamente rifiutato. La decisione di Bonelli e Manfredi di chiudere la serie, per le pressioni del regime birmano, sarebbe stata presa nel 1995, cioè un anno prima che MV uscisse nelle edicole. I successivi quindici anni sono stati dedicati a programmare la chiusura della serie. Del resto se si guarda con  attenzione la terza vignetta di pagina quattro del numero quindici, fotografandola a testa in giù allo specchio e stampandola in negativo, si noterà sullo sfondo un numero 130 in caratteri arabi, che allude all'episodio di chiusura della serie".

giovedì 22 aprile 2010

Il carbone conquista i cuori

Tre anni fa si parlava di un altro modello di sviluppo. Oggi la parola chiave è "governare la riconversione". Sono passati cinque anni da quando Enel annunciò la riconversione a carbone dell'impianto di Polesine Camerini. Molti tra i contrari di allora, oggi sono saliti sul carro del vincitore.

giovedì 15 aprile 2010

Passa tutto, Chisso resta

pubblicato su www.estnord.it 

Una delle innumerevoli foto bucoliche del portfolio di Luca Zaia ritrae l’ex ministro dell’Agricoltura immerso fino alle ginocchia in un campo di grano. Alle sue spalle svettano un grigio cavalcavia e i fili di una linea ferroviaria. E’ il paesaggio rurale veneto, costellato di infrastrutture, capannoni e impianti industriali, frutto di quindici anni di governo Galan.
Se qualcuno pensava che l’arrivo di Luca Zaia a capo di Palazzo Balbi fosse un segnale di svolta, rispetto a tre lustri di devastazione del territorio, dovrà ricredersi. Mentre Giancarlo Galan è in viaggio verso altri lidi, a Venezia rimane saldamente al potere uno dei suoi uomini chiave, Renato Chisso, nominato a tempo di record assessore regionale alla Mobilità, Infrastrutture e Legge Speciale. Il terzo mandato all’uomo che regge le fila delle «grandi opere» venete, dall’alta velocità alle nuove autostrade, conferma la piena continuità con l’era Galan.

giovedì 18 marzo 2010

Polesine: i tanti buchi della sanità

pubblicato su www.estnord.it

Debiti per decine di milioni, esternalizzazioni in crescita, tagli al personale con l’accetta. Se le Ulss fossero davvero aziende, sarebbero già fallite. Ma sono un caso speciale anche tra gli enti pubblici. Ben pochi, infatti, possono permettersi di accumulare passivi milionari senza provocare un polverone politico.
E’ esemplare il caso delle due Ulss polesane, da anni al centro di tentativi di accorpamento, puntualmente respinti dalla classe politica locale. E’ soprattutto l’Ulss 18, che copre il medio e alto Polesine, dal capoluogo ai confini con Mantova e Verona, a mostrare i segni più allarmanti di una sanità sempre meno pubblica e sempre più privata.

mercoledì 10 marzo 2010

Tangenziale Est, sottopasso allagato e rotatoria pericolosa

dal Corriere del Veneto del 10 marzo 2010

ROVIGO - Un sottopassaggio allagato dalle infiltrazioni, un attraversamento pericoloso e i problemi della rotatoria ancora irrisolti dopo due anni. Gli Amici della Bici di Rovigo tornano sulla ciclabile tra il centro e l’ospedale e chiedono risposte a Veneto Strade: «Possibile che chi ha costruito il Passante di Mestre non sia in grado di realizzare un sottopassaggio per le bici?». Sulla carta la nuova pista ciclabile tra il centro e il «Santa Maria della Misericordia» doveva migliorare la vita a ciclisti e pedoni, salvandoli dal traffico di viale Tre Martiri. Ma i problemi si vedono appena arrivati al sottopassaggio ciclopedonale sotto la Tangenziale Est. Già dalla metà della discesa, infatti, vistose infiltrazioni di acqua dalle pareti si trasformano in pozzanghere sull’asfalto. Nel punto più basso, nel breve tunnel sotto alla tangenziale, i rivoli si raccolgono in un vero e proprio laghetto profondo alcuni centimetri. Così il ciclista che avrebbe dovuto attraversare in sicurezza, è costretto a sguazzare nell’acqua. All’origine del problema, le infiltrazioni di un vecchio alveo fluviale.
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lunedì 15 febbraio 2010

Gite in barca, ostelli, rifugi. La natura incontaminata abita nel Delta del Po

pubblicato sul Corriere del Veneto

C' è chi si chiede se il Delta del Po debba puntare su infrastrutture e industria o sul turismo sostenibile, e chi su questa vocazione ha già puntato da anni tutte le carte. Pionieri come Marino Cacciatori, i cui eredi ancora oggi portano i visitatori a scoprire gli angoli più nascosti del Delta con motonavi o piccole imbarcazioni. Oppure Aqua, società nata da un gruppo di amici e guide naturalistiche che organizzano tour nel parco e seminari per conoscere la natura del Po. O ancora chi ha costruito la propria attività valorizzando tradizioni locali come Idelmo Fecchio, che da decenni realizza ocarine con l'argilla tipica dei terreni polesani.

lunedì 25 gennaio 2010

Gli ispettori di Alfano per proteggere l'Enel

pubblicato su www.carta.org

 La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle? Alfano manda gli ispettori ministeriali, su «ordine» nientemeno che di Luciano Violante.

Violante e Alfano castigano i magistrati che indagano sul carbone

pubblicato su www.estnord.it

La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone di Porto Tolle? Alfano manda gli ispettori ministeriali, su «ordine» nientemeno che di Luciano Violante.
I funzionari romani sono arrivati nel capoluogo polesano il 21 gennaio, appena due settimane dopo l’invito lanciato dall’onorevole del Pd alla kermesse “Cortina Incontra”, dove aveva riproposto le accuse contenute nel suo libro “Magistrati”: avviando un’indagine durante l’iter autorizzativo della riconversione a carbone, i giudici rodigini avrebbero «intimidito» i membri della commissione Via nazionale, allungando i tempi delle autorizzazioni. In quell’occasione Violante invocava gli ispettori.