venerdì 28 maggio 2010

Il carbone in Polesine: avanti tutta, a colpi di propaganda

pubblicato su estnord.it

Bruciare carbone migliora la qualità dell’aria. Lo dice uno studio di Nomisma Energia presentato martedì scorso a Roma: e guarda caso la qualità dell’aria a cui si riferisce è quella della pianura padana.
Un convegno, quello di Nomisma, che arriva proprio mentre l’iter della riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è di nuovo impantanato alla Commissione Via del Ministero dell’Ambiente: tra la quarantina di prescrizioni al progetto di Enel approvato un anno fa, infatti, c’era un piano di monitoraggio delle polveri sottili,
depositato dalla società al Ministero e ancora al vaglio dei commissari. E cosa c’è di meglio di un convegno, come quello di martedì, per aiutare la Commissione a decidere se bruciare carbone è un bene o un male per la qualità dell’aria, già pessima, della pianura padana?


A un anno dall’approvazione dei ministri Prestigiacomo e Bondi, insomma, si torna a lottare a suon di studi scientifici e operazioni di propaganda per la realizzazione dell’impianto nel Parco del Delta del Po. Ulteriore segno che la sorte del progetto non è ancora data per scontata, nonostante l’impegno del governo, della Regione e della maggior parte delle amministrazioni locali polesane per farlo andare in porto. Un’incertezza che fa vacillare anche i più accaniti sostenitori: nei giorni scorsi il sindaco di Porto Tolle, supporter della riconversione, è tornato a protestare con Enel, che sta già affidando le prime commesse ad aziende rigorosamente al di fuori del territorio. Insomma, il mito della centrale che porta ricchezza alle imprese locali in tempi di crisi comincia a traballare.

Intanto si attende il parere del Tar del Lazio sui ricorsi presentati in autunno da un’alleanza di associazioni per l’ambiente, operatori turistici e balneari e pescatori, dal Comune di Rosolina e da Legambiente. Tanti gli aspetti contestati nei ricorsi, ma uno dei più significativi riguarda la soluzione con cui il governo Berlusconi ha sbloccato dopo anni di stallo l’iter del progetto, favorendo il via libera ministeriale: si tratta di un emendamento allo scorso decreto incentivi, in cui si prevede la possibilità di derogare alle leggi regionali per costruire impianti a carbone. Un decreto “tailor made” per Porto Tolle, ostacolata soprattutto dalla legge regionale del Parco del Delta del Po, che consente solo impianti a metano o comunque di pari o minore impatto ambientale. Quell’emendamento allora consentì di aggirare la legge, ma se i ricorsi dovessero vincere, cadrebbe la chiave di volta del parere favorevole. Ieri la prima udienza. Il parere arriverà tra una decina di giorni, ma tra gli autori dei ricorsi non prevale l’ottimismo.

Ma suona significativo, comunque, che, proprio al convegno di Nomisma della scorsa settimana, l’onorevole polesano Luca Bellotti (Pdl) abbia sentito l’obbligo di invitare il presidente della Regione, Luca Zaia, a modificare la legge sul Parco del Delta, per consentire la riconversione a carbone (proposta tra l’altro già avanzata nella scorsa legislatura da esponenti del Pd). Probabilmente è un caso, ma mostra come la lotta per il carbone continui senza esclusione di colpi. A costo di cambiare le regole.

mercoledì 26 maggio 2010

Dietrologie

 Magico Vento, la serie a fumetti creata da Gianfranco Manfredi, terminerà quest'anno, con il numero 130. La notizia è nota da tempo. Ma, come spesso accade nel mondo degli appassionati di fumetti, i fans più accaniti si sono lanciati in dietrologie al limite dell'umorismo involontario.
La più quotata è ovviamente quella secondo cui Manfredi avrebbe deciso di chiudere la serie cinque anni fa, quando Magico Vento è passato da mensile a bimestrale (con un aumento della foliazione e della qualità delle storie, anche se con la perdita di numerosi disegnatori di qualità)

Manfredi ha ricostruito la cosa in modo diverso: il cambio di periodicità è stato voluto per dargli più tempo per lavorare su altri progetti a cui teneva, Bonelli era contrario e aveva ragione, perchè il Magico Vento bimestrale ha perso una valanga di lettori. Tuttavia la scelta di chiudere la serie non è venuta per una crisi di vendite, quanto per la scelta condivisibile di portare la trama complessiva della serie verso un finale, piuttosto che troncare sul più bello per motivi di cassa.

Personalmente ritengo non ci sia niente di male nel dare fiducia ad una spiegazione coerente e attendibile, ma ovviamente i teorici del complotto hanno bollato la spiegazione come una balla stratosferica (basta andare sulla pagina Facebook di Magico Vento per leggere commenti inferociti) e sostengono ancora che Manfredi avrebbe scelto di chiudere la serie all'epoca del cambio di serialità, programmandone la fine con un lustro di anticipo. (Non si spiega perchè Manfredi avrebbe mentito con tanto accanimento, nè perchè certa gente si scaldi tanto su questioni così poco appassionanti...)

Manfredi, nella rubrica della posta, li chiama "gli uomini di mondo che hanno fatto il militare a Cuneo": sono i tipici partecipanti ai forum sui fumetti, in cui spesso si chiacchiera di tutto e di niente. Li trovo divertenti e inquietanti al pari dei loro simili che discettano di Ufo, templari e complotti massonici (possibilmente di tutte e tre le cose, che del resto, a sentire loro, sono tutte legate). Siccome inventare teorie strampalate è sempre divertente quanto leggerle, ho proposto a Manfredi di buttarla in ridere con un concorso di scrittura creativa sul tema "Ardite teorie sulla chiusura di Magico Vento".

Ecco la mia: ho letto su internet che a decretare la chiusura di MV è¨ stata la giunta birmana, per ritorsione contro Manfredi, che una quindicina di anni fa era stato contattato per comporre l'inno nazionale del Myanmar e aveva sdegnosamente rifiutato. La decisione di Bonelli e Manfredi di chiudere la serie, per le pressioni del regime birmano, sarebbe stata presa nel 1995, cioè un anno prima che MV uscisse nelle edicole. I successivi quindici anni sono stati dedicati a programmare la chiusura della serie. Del resto se si guarda con  attenzione la terza vignetta di pagina quattro del numero quindici, fotografandola a testa in giù allo specchio e stampandola in negativo, si noterà sullo sfondo un numero 130 in caratteri arabi, che allude all'episodio di chiusura della serie".