martedì 1 luglio 2008

Ma da che parte sta il governatore?

da La Piazza di luglio 2008

Doveva facilitare la riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini, modificando la legge sul Parco del Delta, l’emendamento presentato dai consiglieri regionali del Pd Carlo Alberto Azzi e Franco Frigo. Ma l’intervento del governatore Giancarlo Galan, che dichiara di voler bocciare l’emendamento, ha mandato a monte tutto: “Il mio voto contrario – dice – si motiva con il fatto che esiste già un parere della Via nazionale e regionale. Inoltre il nuovo governo non mi ha mai formulato nessuna richiesta in merito alla riconversione”.
Ma per Galan la questione centrale è il vantaggio che il territorio potrebbe trarre dalla presenza di una centrale a carbone: “Non vedo nessuna motivazione per cui la nostra regione dovrebbe farsi carico del fabbisogno energetico del Paese, anche perché siamo autosufficienti”. In sostanza, se i veneti dovranno accollarsi una centrale che secondo Galan non offre nessun vantaggio in termini ambientali ed economici, va negoziata una contropartita adeguata. Con il risultato che, al momento del voto, l’emendamento Azzi-Frigo cade nel vuoto.
Contrariato lo stesso Azzi, che però si consola: “Il nostro intento era fare capire chiaramente quali erano le posizioni – dice – Ora la società veneta e il mondo degli imprenditori sanno chi sta lavorando per l’autosufficienza energetica in Veneto e chi la osteggia. Quanto alle affermazioni di Galan, sbaglia a dire che siamo autosufficienti: anzi, dal 2001, anno in cui si è fermata Polesine Camerini, siamo in deficit di 13.500 gigawatt e importiamo energia da altre regioni. Altro che federalismo”. L’ennesimo empasse nel dibattito su Polesine Camerini lascia perplesso anche il presidente della Provincia, nonché dell’Ente Parco del Delta del Po, Federico Saccardin: “Galan afferma cose anche condivisibili, ma contraddice alcuni passi compiuti proprio da lui, come gli accordi con Enel sulla riconversione. Dunque deve spiegare due cose: se è favorevole o no al carbone e se la sua è una presa di posizione speculativa, per ottenere maggiori contropartite economiche, o se è una scelta di campo”. Spinello appoggia il collega di partito Azzi e rivendica di nuovo il ruolo svolto nel dibattito: “Ora si saprà che i nemici della riconversione non sono solo a sinistra”. Ma suggerisce anche lui che Galan starebbe cercando di alzare la posta, con Enel o con il governo, per ottenere i maggiori benefici possibili dalla riconversione.
L’uscita di Galan scompiglia le carte anche a Porto Tolle, dove il sindaco Silvano Finotti, che guida una coalizione tra Pd e parte del centrodestra, chiede che sia fatta chiarezza: “Vanno capite le motivazioni di Galan, visto che due anni fa ha firmato l’accordo da 25 milioni di euro con Enel, in cui era inclusa la riconversione. Dunque ora è tempo di dire chiaramente se questa centrale la vogliamo o no”. Chi si toglie un sassolino dalla scarpa è il rivale Mirco Mancin, che alla vigilia del voto subì l’appoggio dato a Galan all’avversario: “Adesso ha sconvolto la calma placida della giunta Finotti. Sembra quasi una vendetta del corso delle cose”.

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