giovedì 8 ottobre 2009

"La sinistra crea gay e prostitute". E' bufera sul prete

pubblicato sul Corriere del Veneto

Cannonate contro i comunisti e toni sprezzanti verso omosessuali, femministe e immigrati sul bollettino parrocchiale distribuito a tutte le famiglie di Bosaro. Tanto da far indignare più di un cittadino, ma anche lo stesso sindaco, che parla di «toni volgari e violenti».

Viene da rimpiangere i personaggi di Guareschi, a leggere quanto scrive il don Camillo di Bosaro, che di cognome fa Magarotto, sul numero di ottobre della rivista parrocchiale. Il parroco è noto per le prediche infuocate, ma non è stato gradito a tutti l’articolo comparso sull’ultima pagina del bollettino inviato in tutte le case, in cui si riporta un testo di Augusto de Izcue, tratto dalla rivista «Radici Cristiane», contenente un feroce attacco a sempreverdi «comunisti», ma anche a gay, migranti, prostitute: «Quando si è palesato l’irreversibile fallimento della propaganda comunista - nessun partito di questa tendenza ha mai vinto una libera elezione in nessuna parte del mondo - si legge - le forze che spingono al processo di scristianizzazione sono state costrette a cambiare strategia. Persa l’illusione di ottenere il sostegno della classe operaia e degli studenti, sempre più refrattari alla predica marxista, queste forze hanno pensato di creare un “nuovo proletariato”, questa volta composto da minoranze emarginate». Ovvero: «prostitute, omosessuali, femministe, tossicodipendenti, antisociali, immigrati, teppisti, elementi della controcultura e via dicendo».
Vittime? Macché: complici delle «forze che spingono al processo di scristianizzazione ». «La nuova strategia - si legge ancora - presenta queste minoranze come gli “oppressi” di oggi, mette loro l’etichetta di “movimenti sociali” e li scaglia contro la società “oppressiva” con folto sostegno di Ong milionarie create ad arte. Questa nuova strategia rivoluzionaria ha ricevuto il nome di “rivoluzione culturale”».
E se è vero che quella usata nel bollettino è una citazione di altro autore, al prete si attribuisce comunque la responsabilità: «Riportando certe esternazioni, il parroco le ha fatte sue», dice il sindaco, Remo Randolo, che non nasconde le proprie radici comuniste, ma nemmeno vuole fare la parte di Peppone, dividendo gli animi. «Lungi da me l’intenzione di spaccare la città tra chi sostiene il sindaco e chi il parroco - precisa subito - . Ma su certe cose non posso tacere e mi assumo la responsabilità delle mie parole. I toni usati in questo articolo sono non solo volgari e offensivi, ma anche violenti. Un prete dovrebbe occuparsi dei problemi veri delle persone».

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