giovedì 6 gennaio 2011

Conversione, Romani dà l’ok. Porto Tolle brucerà carbone

dal Corriere del Veneto del 6 gennaio 2011

ROVIGO -Via libera anche dal ministero dello Sviluppo economico alla riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Il ministro Paolo Romani ha messo la parola fine ad un iter durato cinque anni, autorizzando l’investimento da 2,5 miliardi di euro per trasformare il vecchio impianto termoelettrico nel Delta del Po. Il progetto I cantieri potrebbero partire già in autunno. Occorreranno sei anni di lavori per avviare la nuova centrale, che sarà attiva per quarant’anni: tre sezioni alimentate da carbone e, in misura ridotta, da biomasse e Cdr, per una potenza elettrica di 1.980 Megawatt. Saranno almeno 2 mila i lavoratori impiegati per lo smantellamento della vecchia centrale a olio combustibile di Polesine Camerini e la costruzione di quella nuova, che a regime impiegherà 380 dipendenti, 350 manutentori e un centinaio di addetti alla logistica.
La politica «Con questo provvedimento si sblocca un cantiere importante per la crescita e lamodernizzazione del territorio» , commenta Romani. Festeggia anche il presidente della Regione, Luca Zaia: «Un passaggio decisivo che va a incidere positivamente da un punto di vista generale sullo sviluppo economico e nello specifico sull’economia energetica della nostra regione» . Per l’assessore alle infrastrutture, Renato Chisso, il passo è tale «da rendere la nostra regione sostanzialmente autosufficiente nel rapporto domanda offerta» . E aggiunge: «La riconversione ridà economicità ad una struttura che altrimenti non avrebbe futuro» . Il territorio Guarda al suo territorio l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Isi Coppola, che pone tre priorità per l’immediato futuro: «Favorire l’imprenditoria locale, poi tenere presente l’impatto sociale, specie nella fase dei cantieri, con centinaia di operai in un territorio scarsamente popolato. Infine -conclude -vedere in questo investimento un’opportunità per la ricerca scientifica e tecnologica e per creare una nuova classe imprenditoriale» . Compensazioni Nell’immediato al Polesine arriveranno circa 30 milioni di euro di compensazioni nella fase di cantiere, più oltre 90 milioni negli anni di funzionamento. La sola Ici per il Comune di Porto Tolle vale 5 milioni di euro l’anno. «Una partita decisamente importante» per il primo cittadino Silvano Finotti, che ora guarda alle prossime tappe: «Dobbiamo ragionare sulle ricadute occupazionali, sull’accoglienza, la formazione del personale, la sanità pubblica, la sicurezza» . I lavoratori Sull’indotto si sofferma anche il comitato dei lavoratori Enel di Porto Tolle: «L’investimento di Enel va ben oltre la durata dei lavori per costruire l’impianto -sottolinea il portavoce, Maurizio Ferro -Penso, per esempio, ai corsi di formazione. per la qualificazione del personale delle imprese impegnate nel cantiere, alle risorse per il terziario locale» . Gli stessi lavoratori, però, si dicono preoccupati per le «pressioni contrarie» al progetto: da un lato, il ricorso al Consiglio di Stato di ambientalisti, operatori turistici e pescatori, dall’altro l’inchiesta aperta dalla procura di Rovigo su presunte irregolarità nelle autorizzazioni. Per il Comitato l’ostacolo è ancora una volta la legge regionale sul Parco, «che va adeguata al nuovo contesto tecnico e normativo».

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