venerdì 13 luglio 2007

Un autodromo anche a Verona. E i politici cadono dalle nuvole

dal Corriere del Veneto del 13 dicembre 2007

Si chiudono nel silenzio i vertici dell’Adria International Raceway di fronte all’ufficializzazione del progetto Autodromo del Veneto che, con il coinvolgimento della Regione, verrà messo in cantiere a Trevenzuolo nel veronese. Un silenzio dietro cui sembrerebbe celarsi un netto disappunto per una scelta che potrebbe rivelarsi penalizzante non solo per il circuito adriese, ma per tutto lo sviluppo del Polesine che vede nell’Adria International Raceway uno snodo importante. L’arrivo dell’autodromo, infatti, ha permesso il decollo dell’area industriale attrezzata (Aia) dopo anni di difficoltà, oltre a calare nel territorio un’iniziativa di respiro imprenditoriale davvero molto ampio.
Non si sbilancia troppo neppure Floriano Cantelli, presidente di Area Industriale Attrezzata del Basso Polesine: “Le ripercussioni – dice – sono da valutare in base al tipo di circuito che sorgerà nel veronese”. Cantelli preferisce indicare una via di salvezza nelle potenzialità della struttura di Adria che, dice, “si sta strutturando in maniera moderna diventando uno spazio fruibile anche per altre iniziative”. La società che gestisce l’impianto, infatti, non sta lesinando milioni di euro di investimenti per completare l’offerta con un avveniristico palaeventi e, in prospettiva, con un grande polo fieristico. E anche sul piano sportivo i risultati non mancano, come dimostra la conferma per il secondo anno del mondiale Fia Gt che si disputerà il prossimo 8 settembre. Un evento secondo solo alla Formula Uno.
Cadono dalle nuvole, invece, i rappresentanti delle Istituzioni, a partire dal Sindaco di Adria Antonio Lodo: “La proposta sembrava accantonata – commenta Lodo –, spero che questa scelta non crei conseguenze per il nostro autodromo. Però la Regione avrebbe dovuto tenere conto della realtà esistente”. Pesa come un macigno, infatti, il coinvolgimento di Palazzo Balbi, da cui si attende solo la Valutazione di Impatto Ambientale di un impianto in grado di ospitare gare di Formula Uno e Moto Gp. “Non capisco la programmazione della Regione – dice il presidente della Provincia Federico Saccardin – Vorrei capire come possono convivere due autodromi in una realtà come questa. L’unica speranza è che con il passare del tempo il nostro autodromo si consolidi in modo tale da non essere messo a rischio da quello di Verona”.
Carlo Alberto Azzi sottolinea di essere sempre stato contrario all’opera, fin da quando è approdata in Commissione Urbanistica. Ma il Consigliere Regionale indica un particolare che suona come una beffa all’impegno profuso dagli imprenditori polesani per la realizzazione del circuito di Adria: “Non trovo positivo che l’autodromo di Verona venga realizzato con contributi pubblici, mentre quello di Adria è nato grazie all’iniziativa di privati che si sono assunti dei rischi per portarlo a termine”. L’Assessore Regionale polesano Renzo Marangon, invece, nega fermamente che le due opere siano in competizione: “Si tratta di due circuiti diversi, di diverso livello – commenta –. Oltretutto quello di Verona è ancora da iniziare, mentre quello di Adria è una realtà consolidata e importante, nata anche grazie ad una legge regionale, ma soprattutto per l’impegno e il coraggio degli imprenditori polesani”.

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