martedì 11 novembre 2008

Centrale a carbone: «Emissioni in regola». Porto Tolle, ecco le controdeduzioni Enel

dal Corriere del Veneto dell'11 novembre 2008

ROVIGO – La centrale di Polesine Camerini, se riconvertita a carbone, rispetterà la normativa e i limiti alle emissioni, e sarà meno impattante di un impianto a gas. In sintesi, è quanto afferma Enel nelle venti pagine di controdeduzioni inviate a fine settembre alle commissioni Via nazionale e regionale, ribattendo alla relazione presentata in giugno dalla Procura di Rovigo, contenente pesanti critiche al progetto di riconversione, tra cui l’accusa di sottovalutare l’impatto su ambiente e persone, la mancanza di proposte alternative e la natura «ordinaria» della rete di monitoraggio.
Rilievi richiesti per scongiurare rischi per la salute della popolazione e per l’ambiente del Delta, ai quali Enel ribatte punto per punto citando studi ed esprimendo contropareri. Si parte rigettando la critica di avere proposto una sola opzione,senza prendere ad esempio in considerazione l’ipotesi del metano, che risolverebbe il problema dell’incompatibilità con la legge regionale sul Parco del Delta. Secondo la società, invece, l’adozione del gas è poco conveniente innanzitutto dal punto di vista economico: «L’ipotesi di alimentare la centrale dal costruendo rigassificatore di Porto Viro comporterebbe, diventando questo unico fornitore, sia una dipendenza tecnico-economica dal medesimo, sia un grave nocumento per la sicurezza e la continuità degli approvigionamenti».

La relazione attribuisce inoltre al metano un maggiore impatto ambientale, per la posa di condutture nelle aree protette del Delta, ma anche per la maggiore dispersione di ossidi di azoto nel terreno, a causa dell’altezza ridotta dei camini in questo tipo di impianti, rispetto a quelli a carbone. Il documento fornisce inoltre rassicurazioni sulle emissioni, contestando i modelli utilizzati dagli esperti della Procura, e sui rifiuti prodotti: ceneri e gessi ad esempio, saranno riutilizzati in vari cementifici, grazie ad accordi da stipulare. Respinto anche ogni dubbio sull’impatto dei trasporti fluviali: le 15mila chiatte che ogni anno percorreranno la Busa di Tramontana sono una scelta «in linea con la politica ambientale europea che promuove l’utilizzo del trasporto fluviale in alternativa a quello su gomma». Allegate alla documentazione ai primi di ottobre, le controdeduzioni di Enel non devono però essere risultate convincenti fino in fondo, se la commissione Via regionale ha bloccato di nuovo l’iter, formulando oltre venti richieste di chiarimento.
Ieri il consigliere regionale Gianfranco Bettin (Verdi) ha rincarato la dose, con un’interrogazione alla giunta per chiedere «perchè si è voluto procedere con l’iter anche in presenza di perplessità e di non soluzioni per aspetti non secondari del progetto». Per parte sua l’Enel, in una nota, ribadisce che il progetto «non ha pari al mondo in termini di qualità visto che riduce le emissioni dell’80%». Inoltre ricorda che l’impianto «gemello» di Civitavecchia, in Lazio, è prossimo all’avviamento.

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