mercoledì 10 agosto 2011

Porto Tolle, il carbone finisce alla Ue

pubblicato (con tagli) sul Corriere del Veneto del 10 agosto 2011

ROVIGO – L’iter per consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle viola le norme comunitarie. Lo sostiene in un’interrogazione l’europarlamentare Rita Borsellino, che invoca l’intervento della Commissione europea. Ieri, intanto, gli attivisti di Legambiente hanno manifestato contro il carbone a Rosolina.
L’interrogazione all’Ue è stata presentata dalla deputata del Partito Democratico il 27 luglio, pochi giorni dopo l’inserimento nella manovra finanziaria di una norma ad hoc per consentire la riconversione.
Borsellino ripercorre le ultime tappe dell’iter, fino allo stop del 23 maggio, quando il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso di associazioni, operatori turistici e pescatori, bocciando le autorizzazioni concesse dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Da lì l’intervento del Governo, scrive, «per consentire la trasformazione a carbone della centrale senza ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato». Nei giorni successivi, anche il consiglio regionale veneto aveva spianato la strada alla riconversione, approvando la modifica della legge sul Parco del Delta del Po, che fino ad allora di fatto vietava la costruzione di impianti diversi da quelli a metano. Secondo Borsellino, però, l’azione del Governo viola quanto previsto dalla normativa europea sulla valutazione di impatto ambientale. «Non ritiene la Commissione europea - conclude - che sia necessario un suo intervento per far rispettare i vincoli e le procedure ambientali stabiliti in ambito europeo?»
L’intervento in sede europea per violazione di leggi comunitarie è una delle carte che le associazioni ambientaliste sono pronte a giocare nel caso di una nuova autorizzazione alla riconversione. Ieri, intanto, gli attivisti di Goletta Verde, il vascello di Legambiente che in questi giorni sta monitorando lo stato delle coste italiane, sono sbarcati a Rosolina, dove hanno manifestato sulla spiaggia contro il progetto. La modifica alla legge sul Parco, dice il portavoce Massimo Serafini, «contrasta con il parere dato dall’Arpav in tema di emissione di microinquinanti e  ignora la risoluzione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, che impegna la giunta di quel governo a porre in essere azioni contro la riconversione a carbone, prevedendo piani alternativi per lo sviluppo economico della zona e investendo, nell'area del Parco del Delta, nella produzione energetica da fonti rinnovabili».

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