domenica 7 agosto 2011

«Se non arrivano i soldi del Comune chiudo l’Accademia e faccio causa»

dal Corriere del Veneto del 6 agosto 2011

«Se non si trovano i soldi, chiudo l'Accademia dei Concordi e faccio causa al Comune» . I problemi economici di Palazzo Nodari mettono a rischio lo storico istituto culturale rodigino e il presidente, Luigi Costato, è perentorio: «Il Comune è tenuto a coprire metà delle spese. È un obbligo contrattuale, non un contributo» . Mancano i soldi la prima a farne le spese rischia di essere la cultura. Perfino l'Accademia dei Concordi, che da un secolo e mezzo gestisce la biblioteca civica e una raccolta di centinaia di opere d'arte e reperti, rischia di chiudere per mancanza di fondi. Palazzo Nodari dovrebbe versare all'istituto 300mila euro a copertura parziale delle spese di gestione, ma per ora avrebbe accantonato appena 50mila euro.
Senza ulteriori fondi, però, l'Accademia rischia concretamente di dover chiudere i battenti entro un paio di mesi e a quel punto andrebbero in fumo oltre 150 anni di rapporti tra i due enti. Infatti, ricorda Costato, se il Comune versa ogni anno risorse economiche per il mantenimento della biblioteca civica e della pinacoteca è in virtù di un contratto, il «legato Gnocchi» , sottoscritto negli anni Cinquanta dell'Ottocento e rinnovato un secolo più tardi. «Noi abbiamo una concessione perché svolgiamo un servizio pubblico -puntualizza il presidente -. Il Comune quindi non ci dà un contributo, ma paga un servizio» . Nel dettaglio, il contratto prevede che il Comune copra il 50%delle spese. «Questo non è mai accaduto con nessuna giunta, ma abbiamo sempre sopperito con altre fonti di finanziamento -prosegue Costato -. Ora, però, se non si trovano le risorse dovute, io chiudo l'Accademia e faccio causa al Comune. Gli estremi ci sono. Stiamo parlando di un obbligo contrattuale, che va rispettato» . Martedì la giunta di Bruno Piva approverà una variazione di bilancio per destinare una cifra attorno a 50mila euro come segnale di buona volontà. «Io non punto il dito contro nessuno -aggiunge il presidente -tanto meno con l'attuale sindaco: i problemi di oggi sono un lascito della gestione precedente. Però non posso adoperare le parole per pagare gli impiegati dell'Accademia. Con quella cifra arrivo giusto a coprire gli stipendi di agosto e settembre» . Se l'Accademia dei Concordi dovesse chiudere, Rovigo perderebbe in primis il servizio di prestito libri dell'unica biblioteca civica, assieme a una collezione di oltre 250mila libri, un'emeroteca, una raccolta di manoscritti antichi tutt’ora consultabili e un'intera sezione dedicata ai ragazzi. Una catastrofe per l'offerta culturale della città, che negli ultimi anni ha visto scomparire l'ultimo cinema in centro e ridimensionare festival di respiro nazionale come la rassegna teatrale «Opera Prima» e il Deltablues. Anche il mondo della lirica non è in buona salute: i contributi regionali per la nuova stagione sono la metà del previsto. L'ultima vittima è la «Fiera delle parole» , festival letterario curato dall'associazione Cuore di Carta, che in passato ha portato in città fino a 20mila persone e decine di scrittori, giornalisti e artisti. Quest'anno si farà a Padova. E rimanendo nel proprio territorio, Costato fa notare: «Siamo l'unico capoluogo di provincia in Italia a non avere una biblioteca di proprietà comunale. A Ferrara il Comune investe ogni anno due milioni di euro per la biblioteca».

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