giovedì 18 maggio 2006

Tribunale, situazione al limite

da La Voce di Rovigo del 18 maggio 2006


ROVIGO – E’ di pochi giorni fa la denuncia, nel corso di un servizio del Tg regionale, delle condizioni in cui versano molti tribunali veneti per la mancanza di risorse e di organico. Un problema che colpisce anche il Tribunale di Rovigo, costretto a fare i conti con budget per spese d’ufficio sempre più risicati, inadeguatezza di spazi e personale insufficiente e demotivato.
Sollecitati a esprimersi sullo stato del nostro tribunale, il Presidente Michele Bordon e la Dirigente Rosalba Di Francesco descrivono una situazione che, pur non essendo drammatica come altre tristemente note, sembra ormai al limite del sopportabile.
Se praticamente tutti i capitoli di spesa hanno risentito negli ultimi anni di riduzioni dei fondi, il più colpito è quello per le spese d’ufficio. “Il problema è che queste spese sono di fatto quelle che fanno funzionare un Tribunale – spiega la dottoressa Di Francesco – Negli ultimi 4 anni questi stanziamenti sono stati ridotti di un terzo e solo nell’ultimo anno si sono dimezzati”.
Quanto all’apparato informatico, i fondi per questo settore sono praticamente azzerati. “Lavoriamo con computer obsoleti, non ne compriamo di nuovi dal 2003 – descrive il dottor Bordon – Non possiamo nemmeno ripararli, tanto che, quando il mio s’è guastato, ho dovuto provvedere di tasca mia”.
Il personale amministrativo, inoltre, è insufficiente: non solo si assottiglia sempre più per il blocco del turnover, ma il 66% dei segretari ha chiesto il part-time. “Il limite di legge è il 25%, ma purtroppo indica la media nazionale, non le realtà locali – spiega Di Francesco – Alla base del ricorso al part-time c’è il bisogno di tempo da dedicare alla famiglia, ma anche la demotivazione, la mancanza di incentivi e di prospettive di carriera”. Oltretutto, il personale fa i conti con un aumento del carico di lavoro: “le cancellerie fallimentari, ad esempio, hanno solo due addetti che si occupano di 300 fallimenti – spiega Bordon – E questo servizi devono rispettare i termini di legge”.
Quanto ai giudici, sono solo 14 per una popolazione di 280mila abitanti. “Meno che ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico”, ironizza il Presidente. I magistrati che arrivano non si sa dove metterli. Il numero degli avvocati, in compenso, è sestuplicato.
Un altro capitolo riguarda infatti lo stabile di via Mazzini: il Comune non ha fondi per gli aggiornamenti dopo la messa a norma per la legge 626 e non è possibile effettuare nemmeno piccoli interventi di manutenzione, come la messa a nuovo dei servizi igienici o la riparazione di una poltrona sfondata.
Ma soprattutto la sede stessa è ormai inadeguata: “Abbiamo solo tre aule d’udienza, i locali per la Cancelleria sono stretti e angusti, di fatto non idonei alle nostre esigenze”. La Procura, raccontano, doveva essere trasferita nella vicina ex sede della Banca d’Italia, liberando spazi, ma i lavori di ristrutturazione si sono fermati per mancanza di fondi da parte del Comune, tra l’altro dopo aver già speso circa 5 miliardi di vecchie lire.
Oltre a ciò, da tempo il Tribunale necessita di un archivio: il Comune ha fornito un capannone in zona Interporto, ma lo spazio è già stato completamente sfruttato e mancano i soldi per ottenerne un altro. “Così, nel frattempo, ci arrangiamo con armadi lungo i corridoi – commenta Di Francesco – Ma anche questo soluzione è al limite”.
“Gli sprechi nella Pubblica Amministrazione si eliminano riqualificando la spesa – conclude Bordon – Tagliando i fondi si mette solamente in crisi il servizio”.

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