domenica 30 settembre 2007

Acqua, bollette da 2mila euro

dal Corriere del Veneto del 30 settembre 2007

ADRIA – Bollette dell’acqua da record per un errore del Comune. Succede ad Adria, dove 800 famiglie si sono viste recapitare nella cassetta della posta fatture fino a 2.000 euro dalla società «Acque potabili», che eroga l’acqua per conto di Polesine Servizi. A denunciare l’incredibile episodio, risalente al maggio scorso, è il comitato «Care, fresche e dolci acque» di Bottrighe, affiliato al Codacons di Rovigo. Proprio l’associazione dei consumatori in questi mesi ha cercato di capire a cosa fossero dovute simili cifre: «Si tratta di bollette esorbitanti anche per nuclei familiari modesti – spiega la presidente Maria Chiara Crivellari – Un conto insostenibile per famiglie monoreddito, pensionati o disoccupati». La causa dell’accaduto l’hanno trovata al Comune di Adria: un collaboratore dell’amministrazione, infatti, ha scoperto che alcune centinaia di famiglie erano state messe a ruolo solamente per l’erogazione di acqua potabile, ma non per il servizio fognario e di depurazione. In parole povere, circa 800 famiglie del Comune e delle vicine frazioni, secondo i dati dello stesso municipio, non hanno mai pagato per questo servizio fin dall’insediamento nella propria abitazione.
Così la società fornitrice ha deciso di caricare gli ultimi cinque anni di arretrati in un’unica bolletta, presentando agli involontari inadempienti fatture tra i mille e i duemila euro. Cifre inaudite anche per una famiglia benestante, impossibili per quelle con un reddito minimo. E’ il caso di una vedova di 50 anni di una frazione di Adria, che da anni vive con la pensione del marito: per lei il conto da saldare supera i 2.100 euro. Ma tra le vittime del salasso ci sono anche pensionati, operai e lavoratori precari, alle prese con esborsi che superano almeno i mille euro. «Solo protestando hanno ottenuto, quasi per grazia ricevuta, il diritto di rateizzare la fattura in 6 mesi – dice Crivellari – ma anche così, per molti, le rate si attesterebbero intorno ai 200 euro, troppi per chi fatica ad arrivare a fine mese». Non basta, dunque, spalmare la quota sul semestre: «Chiediamo il blocco dei pagamenti e di eventuali more e ingiunzioni di pagamento fino a chiarimento del reclamo».
Richiesta inoltrata non solo al Comune, ma anche alle società erogatrici, con la minaccia di rivolgersi all’autorità giudiziaria in caso di mancata risposta. Nel mirino del Codacons, infatti, c’è anche la gestione dell’acquedotto nel comune di Adria, affidata alla torinese «Acque potabili», ex Italgas, che opera per conto di Polesine Servizi. «I nostri concittadini – spiega Paolo Rossati, segretario del comitato – sono già alle prese con costi pesantissimi: da tempo chiediamo di portare le attuali bollette semestrali almeno a trimestrali, per non dovere sostenere conti da centinaia di euro in una soluzione unica». E i cittadini lamentano anche una cattiva gestione dei servizi da parte della società, a partire da bollette incomprensibili, in cui non c’è corrispondenza tra i metri cubi e le cifre richieste, fino alla mancata lettura dei contatori. Ma la protesta è rivolta anche alla Provincia, all’Aato e alla Regione Veneto: «I gestori dovrebbero adeguarsi a determinati parametri e Aato dovrebbe controllare – critica Crivellari – Cosa che non sembra avvenire nel Comune di Adria. Anche su questo chiediamo che sia fatta piena luce».

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