giovedì 6 settembre 2007

Riconversione della centrale. La Provincia: sì, ma "pulita"

 dal Corriere del Veneto del 6 settembre 2007

La proposta di riconversione di Polesine Camerini continua a creare fronti trasversali. Un copione che si è ripetuto ieri nel corso del Consiglio Provinciale e che ha visto come prologo la presa di posizione, in mattinata, dei consiglieri di Rifondazione Comunista: no al carbone e un plauso alla proposta, giunta di recente da Confartigianato, Ascom, Cia, Confesercenti, Coldiretti, Upa Casa e Consorzio pescatori Delta Nord, di riassorbire una perdita di posti di lavoro a seguito dell’eventuale chiusura della centrale. “Proposta interessante – ha commentato Oriana Girardi – perché apre le porte ad un progetto differente di sviluppo, basato sulla valorizzazione delle nostre risorse ambientali e turistiche”. Una presa di posizione, quella delle associazioni di categoria, che tuttavia non sembra aver fatto cambiare idea ai sindacati, schierati compattamente in favore della riconversione in nome della tutela dell’occupazione.
Poco prima del Consiglio Provinciale, in una riunione con i capigruppo, i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto all’Amministrazione Provinciale di prendere una decisione chiara. E la maggioranza ha ribadito la propria posizione con un documento presentato subito dopo al Consiglio: sostanziale favore ad una riconversione che concili sviluppo e ambiente e che trovi il consenso delle realtà del territorio. Contenti i sindacati: “Non un sì, esplicito, ma un segnale di apertura”, commenta Orazio Trambaiolli della Cisl. Giudizio positivo anche dalla Cgil: “E’ un documento di grande equilibrio – chiosa Daniele Tronco, della Filcem regionale – Favorevole alla riconversione anche se in un contesto di problematicità”. Di senso opposto la mozione presentata dal consigliere Udc Ermenegildo Ghezzo: no alla riconversione in nome della tutela ambientale e della salute. “Il carbone danneggia il territorio e fa perdere posti all’agricoltura, alla pesca e al turismo”, ha detto. Alla fine, però, l’ha spuntata la maggioranza, senza Rifondazione ma con l’appoggio di parte dell’opposizione: 17 favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti.

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