martedì 17 maggio 2011

Pasticcio a Rovigo: al ballottaggio per il Pd è dura. Sorridono i «grillini»

pubblicato su www.estnord.it

Dopo una giornata di caos ai seggi, Rovigo va al ballottaggio. Per il centrodestra sfuma il sogno di una vittoria al primo turno, ma per il frammentato centrosinistra la rimonta sarà comunque dura. L'unico vincitore, come previsto, è il Movimento 5 Stelle: la candidata Michela Furin incassa il 7,45% dei voti, il terzo risultato migliore in città.


Il capoluogo polesano, fino a ieri governato dalla giunta di centrosinistra di Fausto Merchiori, ora sembra pronto a passare alla destra. Il candidato di Pdl e Lega Nord, Bruno Piva, ha raccolto oltre il 42% dei consensi con la sua coalizione allargata all'Alleanza di centro e alle liste di estrema destra. La vittoria sfuma solo a causa del flop del Carroccio, che in città supera a malapena l'11%, dopo una campagna elettorale sottotono rispetto agli standard leghisti. Al ballottaggio, tuttavia, Piva arriva con un netto vantaggio sull'avversario. Il candidato del Pd, Federico Frigato, si ferma infatti al 26,5% e per rimontare dovrà tornare con il cappello in mano dagli ex alleati di sinistra, ripudiati al primo turno. L'inedita coalizione di Frigato, un mix di centristi, socialisti ed ex leghisti, è stata un flop: se il Partito Socialista supera il 2,5%, l'Api guidata dall'inossidabile ex democristiano Beppe Osti precipita allo 0,74%, mentre gli Autonomisti Federalisti si attestano allo 0,21%. Lo stesso Partito Democratico esce dalle elezioni ridisegnato. Ora negli equilibri interni pesano su tutti gli ex socialisti di Nello Chendi e Domenico Romeo, recentemente entrati nel partito: la figlia di quest'ultimo, Nadia Romeo, ex assessore prima con il centrodestra, poi con il centrosinistra, è prima nelle preferenze, con ben 368 voti. La segue con molto distacco un'altra new entry, Andrea Borgato (ex Udc), con 229 voti.

Il Pd non vince la sfida con il centrodestra, ma certo festeggia la sconfitta della «diaspora» di molti tesserati passati a fianco di Giovanni Nalin, ex segretario provinciale della Cgil, candidato con Sel e Italia dei Valori. I vendoliani e dipietristi si arrestano ad un 6,13% ben al di sotto delle aspettative e si preparano al ballottaggio, sapendo che non potranno incidere quanto avrebbero voluto sulla coalizione. Sel matura un risultato discreto, ma alla fine il maggior numero di voti vanno all'ex Pd, Cinzia Sivier. Stabile la Federazione della Sinistra, che ha giocato male le proprie carte fin da principio, sacrificando buone candidature come l'ex assessore comunale Giovanna Pineda, apprezzata da un elettorato spesso trasversale, o il sanguigno consigliere Cristiano Pavarin, per mandare avanti Matteo Masin, consigliere con un buon bacino di preferenze alle elezioni 2006, ma notevolmente meno carismatico e conosciuto in città e oltretutto completamente assente in molti momenti chiave della campagna elettorale. Alla fine Masin porta comunque a casa un dignitoso 5%, ma la sua coalizione rischia di non vedere più di un consigliere a Palazzo Nodari.

Debacle al centro, dove l'Udc di Riccardo Rizzo supera a malapena il 2%, la civica dell'ex presidente Ater, Renato Borgato, non arriva al 3%, mentre Futuro e Libertà piomba all'1,74%. Se la cava solo l'ex assessore di centrodestra, Antonio Saccardin, che con la sua civica Presenza Cristiana supera il 3% e si prepara a trattare al tavolo delle alleanze. Risultati prevedibili, vista la frammentazione del panorama politico rodigino, con 11 candidati sindaci, 26 liste e oltre 700 candidati. Una atomizzazione che è la principale causa del caos di lunedì ai seggi: tante liste, spesso con simboli simili, e un ricorso massiccio al voto disgiunto hanno complicato la vita alle commissioni, non solo ritardando, ma perfino influenzando i risultati. Su 30mila votanti, infatti, ben 1.069 schede sono state annullate, quasi tutte per irregolarità nell'assegnazione delle preferenze.

Gli unici che ora si concedono un meritato riposo sono i candidati del Movimento 5 Stelle. Di fronte all'exploit, l'ex sindaco Merchiori ha commentato: «Ora bisogna portare loro rispetto». E in effetti il movimento di Beppe Grillo rischia di portare in consiglio due o tre rappresentanti, pesando non poco sulla politica rodigina. Di certo sono gli unici che non si preoccupano del ballottaggio, che invece inquieta tanto il Pdl che i democratici. Il centrodestra sembra avere i numeri per farcela, ma la politica rodigina ha spesso poco a che fare con la matematica. Due anni fa il candidato alle provinciali, Antonello Contiero (Lega Nord), vinse di misura al primo turno, preparandosi ad entrare a Palazzo Celio al ballottaggio. Due settimane dopo fu abbattuto dal centrosinistra di Tiziana Virgili.
Leggi su www.estnord.it >