mercoledì 2 aprile 2008

"Buco" all'Interporto, industriali all'attacco

dal Corriere del Veneto del 2 aprile 2008

ROVIGO – Il problema dell’Interporto? Una gestione tutta politica e per niente tecnica. E’ una critica unanime, quella dei rappresentanti dell’imprenditoria polesana, di fronte all’ennesimo «buco» nel bilancio di Interporto Spa, la partecipata che gestisce l’area di interscambio merci di Borsea. A preoccupare non sono solo i 700mila euro di deficit del 2007, ma soprattutto l’ennesimo rinvio di un decollo della struttura guidata da Mario Borgatti.
Non usa mezzi termini il presidente di Confindustria, Antonio Costato: «La politica deve compiere una revisione di come vivono questi enti – dice – Devono capire che si tratta di luoghi di sviluppo economico e non di stipendifici per politici al crepuscolo della loro carriera».
Questo è il solo cambiamento da compiere per salvare quella che il presidente degli Industriali chiama, scherzando, «la nostra piccola Alitalia»: «Di sicuro rimandare i problemi non serve a niente». Sulla stessa linea Lorenzo Belloni, presidente dell’Api di Rovigo, per il quale alla radice del male ci sono due ordini di problemi: «Innanzitutto di tipo logistico e amministrativo – commenta –. Servono strumenti urbanistici per stabilire una volta per tutte chi può insediarsi e chi no. Ci sono aziende importanti che si sono tirate indietro a causa della poca chiarezza nel definire queste regole». Ma anche per Belloni alla fine è tutto un problema di cattiva gestione da parte della politica: «Non c’è nulla di personale, ma manca la saggezza e l’umiltà di cedere il posto – spiega – L’interporto è gestito esclusivamente da politici, che hanno tutto, meno che un’estrazione imprenditoriale specialistica. Qui invece serve una figura tecnica, che sappia gestire quest’area seguendo le linee guida della politica, ma secondo i principi dell’imprenditoria». Ma il leader dei piccoli e medi imprenditori non vede all’orizzonte un’epidemia di saggezza e umiltà: «Sembra che l’unico sbocco, in assenza di un passo indietro e di un po’ di pragmatismo, sia l’implosione di queste partecipate, dopo il quale sperare in un cambio di rotta». Se gli industriali sono pessimisti, non vede un futuro roseo neppure il presidente della Camera di Commercio, Loredano Zampini: «Sono stupito – commenta – soprattutto perché l’anno scorso avevano promesso di presentare un bilancio in pareggio. Non conosco però le cause del deficit». Ma il problema non sono solo i 700mila euro perduti: «Preoccupa semmai constatare come da anni ci aspettiamo il decollo di questa struttura. Ma intanto gli anni passano e noi continuiamo ad approvare bilanci con forti passivi. Qualche errore è stato fatto, c’è bisogno di trovare idee nuove».

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