venerdì 25 aprile 2008

Diritti, apre lo sportello per i transessuali

dal Corriere del Veneto del 25 aprile 2008


ROVIGO – Aprirà per ora solo un paio di giorni la settimana, a partire da lunedì, lo «Sportello a colori», il primo in provincia rivolto a transessuali, travestiti e transgender. A realizzarlo, in collaborazione con la Caritas Diocesana, il «Centro Francescano d’Ascolto», uno degli storici punti di riferimento del volontariato nel carcere di Rovigo, ma soprattutto una delle associazioni più sensibili ai fenomeni «invisibili» della società rodigina. Fu infatti proprio l’associazione guidata da Livio Ferrari, qualche anno fa, a descrivere compiutamente il fenomeno della prostituzione a Rovigo, invisibile sulle strade ma ben presente negli appartamenti e in molti night club, come rivelato poi da vari episodi di cronaca.
L’esigenza di affrontare il tema della transessualità, spiega Ferrari, nasce dalla quella stessa capacità di intercettare un problema nascosto, che tra l’altro riguarda spesso comuni cittadini. I problemi per loro vanno dal disagio dell’essere «diversi», alle discriminazioni sul posto di lavoro. Il quadro del fenomeno, racconta, è stato tracciato raccogliendo testimonianze dalle fonti più diverse: «Non abbiamo cifre precise, ma sappiamo che il numero di persone transessuali è più alto di quanto si pensi – spiega – In parte ci sono state avanzate direttamente richieste di aiuto, ma ci sono anche i molti rodigini che si sono rivolti al Movimento Italiano Transessuali di Bologna, con cui collaboriamo a questa iniziativa. Ci sono poi persone di religione cattolica che si sono rivolte ad alcuni preti, chiedendo sostegno e manifestando il disagio quotidiano della propria condizione. Altri dati ci vengono dai medici che seguono persone transessuali. Infine, un altro campo piuttosto delicato è quello dei casi di suicidio legati a questo tipo di disagio psicologico. Le verifiche sono difficili, perché di solito per queste circostanze sono fatte prevalere motivazioni più ordinarie, ma in almeno un caso si è potuto accertare che alla base del dramma c’erano problemi legati proprio a questa tematica». Quello che emerge, spiega, è una richiesta di aiuto da parte di molti soggetti transessuali o travestiti che non trovano punti di riferimento nel territorio. In Veneto, infatti, l’unico sportello di questo genere si trova solo a Verona. «La situazione non è drammatica – precisa il presidente dell’associazione – Ma preferiamo intervenire prima che lo diventi. Lo sportello ci servirà anche per comprendere il fenomeno e per ridefinire nel tempo la nostra azione sulla base dei problemi riscontrati».
Lo sportello funzionerà grazie a psicologi e sessuologi volontari, specializzatisi con un corso di formazione promosso dall’associazione stessa. Si occuperanno non solo dei problemi psicologici, ma anche della difesa dei diritti delle persone transessuali, dalle discriminazioni in campo lavorativo all’esclusione dai servizi. I volontari interverranno inoltre a sostegno dei familiari e presteranno la loro opera, se necessario, all’interno della Casa Circondariale. Lo sportello, attivato in collaborazione con il Mit e con il Gruppo Abele di Torino, sarà accessibile il lunedì dalle 9 alle 12 e il venerdì dalle 15 alle 18.

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