venerdì 4 aprile 2008

Interporto, Marangon sfida Comune e Provincia

dal Corriere del Veneto del 4 aprile 2008

ROVIGO – «Comune e Provincia dimostrino con i fatti di credere ancora nell’Interporto. Altrimenti cedano tutto ai privati». Lancia una sfida, l’assessore regionale Renzo Marangon, prendendo le difese del presidente di Interporto Spa e collega di partito Mario Borgatti. Nonostante il deficit di 700mila euro nel bilancio 2007, Marangon non ci sta a sentir parlare di un Interporto in crisi. E non manda giù le dichiarazioni degli industriali, rei di aver descritto la società come un altro «stipendificio», invitando i politici a farsi da parte.
«Sono attacchi superficiali e al limite della volgarità – ribatte – Evidentemente non ricordano che, fino al 2000, i presidenti sono stati espressione delle associazioni di categoria E soprattutto non conoscono la quantità di investimenti dall’arrivo di Borgatti: oltre 27 milioni di euro. Prima c’era solo il deserto. Oggi il valore patrimoniale dell’Interporto, grazie a quanto realizzato negli anni, si aggira intorno ai 43 milioni di euro».
Ma allora perché questa lunga serie di bilanci in rosso? Quello dell’anno scorso, infatti, è solo l’ultimo di una serie di deficit per la società che gestisce lo scambio merci lungo il Canal Bianco. «Il deficit nasce dal fatto che tutti gli investimenti sono stati fatti con mutui, che vanno ripagati – replica Marangon – senza contare che Borgatti si è trovato a partire con un debito di due milioni di euro. Ora siamo ancora nella fase in cui si pagano i debiti contratti per poter avviare le infrastrutture». Ma la situazione non sembra destinata a migliorare, visto che la variante urbanistica decisa dalla giunta Merchiori ha di fatto posto un limite alla cessione di aree edificabili, con cui la società fino ad oggi aveva incassato una buona fetta dei proventi. «Con queste scellerate scelte urbanistiche – tuona – l’amministrazione comunale ha azzoppato l’Interporto. Forse pensano che l’industria sia quella dei cartoni animati». Ad impedire la realizzazione della centrale ad olio di colza e dell’impianto di macinazione del clinker, però, sono state le proteste dei cittadini di Borsea e le preoccupazioni per la qualità dell’aria, rafforzate dal parere negativo dell’Asl 18 verso il cementificio. «Nel momento in cui si fanno rispettare le norme – ribatte – non si dovrebbe più avere paura dell’inquinamento. A Borsea, tra l’altro, oggi l’aria è migliore che in altre realtà». Il punto, per Marangon, è che il Comune e la Provincia starebbero «cincischiando» perché non credono più nello sviluppo dell’Interporto: «Siamo a un bivio: se ci credono, immettano nuovi capitali. In caso contrario facciano una cosa molto semplice: cedere le proprie quote ai privati e tenersi il ruolo urbanistico». E la Regione, che della società è il principale azionista? «Continuerà a sostenere l’Interporto come ha fatto in questi anni».

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