mercoledì 23 aprile 2008

Sei proposte delle associazioni per il futuro

da La Piazza del 23 aprile 2008 



Le Politiche Sociali e il Terzo Settore trovano ampio spazio in ogni campagna elettorale, ma molto meno nelle manovre finanziarie e nei bilanci degli enti locali. Anche nel corso di questa campagna elettorale non sono mancate promesse e proposte al mondo del volontariato da parte dei candidati di entrambi gli schieramenti. Ma la sensazione di molte associazioni è che alla fine cambierà molto poco. Eppure le proposte non mancano: sono le stesse associazioni di volontariato a lanciarne qualcuna, alla vigilia delle elezioni, al candidato che governerà il paese.
Per il presidente polesano dell’Auser, Vani Franceschi, sono sei i punti chiave su cui agire: “Innanzitutto, sia reso definitivo il finanziamento per le persone non autosufficienti, dato che il disegno di legge è ancora fermo – spiega – Chiediamo inoltre che siano istituiti livelli economici di assistenza. Per quanto riguarda le associazioni, va reso stabile e sicuro il 5 per mille e non va modificata, se non in senso migliorativo, la legge 266 del 1991 che regola l’esistenza dei Centri di Servizio per il Volontariato. Deve essere poi riconosciuto il ruolo politico delle associazioni rispetto ai piani di zona. Le associazioni devono avere voce in capitolo. Infine, è necessario alleggerire la burocrazia, troppo pesante per il volontariato”. All’asilo notturno Arcobaleno, struttura che accoglie immigrati e altre persone senza fissa dimora, la presidente di Arcisolidarietà, Donata Pavini, formula due proposte: la prima richiesta è che gli enti locali sostengano ciò che oggi è a carico del volontariato. “Devono essere loro a mettere a disposizione delle associazioni le strutture di accoglienza – dice – A Rovigo sono gestite a nostre spese, con un affitto di 1.500 euro al mese”. Quanto alle leggi sull’immigrazione, l’augurio è che si continui sulla strada tracciata dal precedente governo: “Il decreto flussi si è rivelato incapace di migliorare la situazione, mentre abbiamo accolto positivamente il disegno di legge Ferrero-Amato, che consentirebbe di regolarizzare oltre un milione di immigrati che lavorano in Italia. Attualmente, però, è tutto bloccato”. Più impegno agli enti locali è la richiesta di Angela Pasini, presidente della comunità Emmaus di Fiesso Umbertiano, impegnata sul fronte dell’accoglienza dei senzatetto “I Comuni devono farsi carico dei senza fissa dimora, come prevede la legge sui piani di zona – dice – Maggiori risorse permetterebbero di gestire tutto l’anno un asilo notturno per l’accoglienza dei soggetti più problematici, non solo nel periodo invernale, come accade oggi”. Un occhio di riguardo verso le persone diversamente abili è la richiesta di Silvana Perrone, presidente dell’Anffas: “Noi siamo orientati soprattutto sul tema del “dopo di noi”, per il quale servono apposite strutture di accoglienza. Serve inoltre maggiore sostegno alle famiglie in cerca di risposte per i propri figli”.

La politica non può più escluderci
“Non è possibile generalizzare, in quanto le Associazioni rappresentano un arcipelago molto articolato, ma sembra che ci sia una certa delusione ed insoddisfazione per una politica che non riesce ad elaborare un progetto credibile per il futuro”. La prima richiesta del volontariato alla politica, dice il direttore del Csv di Rovigo, Luca Dall’Ara, è riuscire ad avere voce: “Di certo, le organizzazioni del volontariato e del Terzo settore non vogliono più essere tagliate fuori dalle scelte fondamentali che riguardano lo sviluppo del Paese”. Durante la campagna elettorale, ricorda, non sono mancati appelli e proposte da parte delle principali associazioni: fra queste spicca “impegnati per l’Italia”, il documento del Forum del Terzo Settore, con sette proposte per la crescita, la promozione e la tutela dei diritti, il welfare, l’ambiente, i nuovi cittadini, la cooperazione internazionale e il pluralismo dell’informazione.

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